La birra è una bevanda di antiche origini apprezzata sin da allora per i valori nutrizionali e calorie apportati
Secondo una leggenda ormai diffusa tra tutti gli estimatori di questa bevanda, ai tempi delle prime società nate tra il Tigri e l’Eufrate – nel V millennio a.C. – venne scoperta per caso, ossia lasciando fermentare al sole per alcuni giorni dei cereali bagnati. Indipendentemente dalla veridicità di questa storia, è comunque certo che questa bevanda sia davvero antica: una tavoletta sumera risalente al 3700 a.C. la cita tra i doni offerti alla dea Nin-Harra, dea della fertilità.
In Italia i primi a produrre la birra furono gli Etruschi a partire dall’VIII secolo a.C. e successivamente i Romani. Esistono testimonianze storiche che l’imperatore Nerone ne facesse arrivare una speciale dalla Lusitania, un’antica regione della Penisola Iberica, per servirla nel corso dei suoi famosi banchetti. Spetta alle popolazioni del nord Europa il ruolo di migliorare il procedimento di produzione.
Vediamo che cos’è oggi questa bevanda e quali sono le sue caratteristiche nutrizionali e benefiche.
Che cos’è la birra
Secondo quanto stabilito dalla legge 1354 del 1962, è:
il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di Saccharomyces carlsbergensis o Saccharomyces cerevisiae, dei mosti preparati con malto d’orzo anche torrefatto ed acqua, amaricati con luppolo. Il malto d’orzo può essere sostituito con malto di frumento, con riso o con altri cereali anche rotti o macinati o sottoforma di fiocchi o con zuccheri ed amido fino alla percentuale del 40% calcolato sul peso complessivo del cereale impiegato.
La stessa normativa stabilisce anche la modalità di classificazione: in base al grado saccaronimetrico o, più comunemente, in base al grado alcolonimetrico: solo se ha una percentuale alcolica inferiore allo 0.8% può essere definita analcolica.
Caratteristiche nutrizionali
La birra apporta, come tutte le bevande alcoliche, una certa quantità di calorie: 100 ml contengono tra le 40 e le 65 kcal. L’apporto calorico è per la maggior parte determinato dal grado alcolico– più è elevato e maggiore è il contenuto energetico – e dalle sostanze contenute in quel che si definisce estratto secco. Quest’ultimo è costituito soprattutto da destrine, carboidrati che originano nel procedimento di birrificazione dalla degradazione dell’amido contenuto nei cereali, e non manca una discreta quantità di sali minerali e vitamina B6.
Qualità benefiche
La recente letteratura scientifica riporta dati molto interessanti in merito alle qualità benefiche della birra: secondo uno studio condotto in Olanda e pubblicato sul Lancet, essa – grazie al buon apporto di vitamina B6 – è in grado di favorire il controllo della concentrazione di omocistrina: un amminoacido il cui aumento è correlato al maggior rischio di infarto.
Secondo i risultati pubblicati sull’America Journal of Epidemiology, in virtù della buona concentrazione di magnesio e dalla minima quantità di calcio, essa favorisce la diuresi e previene la formazione di calcoli renali.
Tutti i risultati positivi ottenuti si riferiscono comunque a un consumo moderato della bevanda: al massimo 500 ml al giorno.
(fonte Greenstyle)